Tacco a spillo: sempre, dovunque, comunque. Stiamo parlando, con ogni probabilità, del miglior amico di ogni donna, quella calzatura che non passa mai di moda e che riempie l’animo di soddisfazione per la bellezza, lo charm ed il fascino che riesce a garantire. Forse non serve specificarlo, ma stiamo parlando di un tipo di scarpa – chiusa o aperta a seconda dello stile che si vuole perseguire – con un tacchetto sotto al tallone di misura variabile: tre centimetri, sei, nove, dodici… Più si è temerarie, più si può scegliere di osare. Ma a prescindere dalla misura il risultato non cambia: il tacco a spillo è da sempre associato ad un immaginario di seduzione, fascino, e bellezza.
Tacco a spillo: le origini
Ma qual è la storia che si cela dietro la leggenda del tacco a spillo? Andiamo con ordine. Non è una iperbole arrivare a dire che si tratta di una scarpa che ha accompagnato l’uomo, antropologicamente parlando, fin dall’alba dei tempi. La prima apparizione del tacco a spillo, infatti, seppur in una forma solo vagamente riconducibile a come lo conosciamo oggi, risale ai tempi dell’antico Egitto (ci troviamo prima della nascita di Cristo) dove veniva utilizzato per funzioni funzioni religiose. Badate bene, non si presentavano come il tacco a spillo odierno, diciamo pure che erano una sorta di sandalo con tacchetto sotto il tallone, ma è stato comunque il primo lascito che la storia ha dato per quel che concerne i tacchi. Da lì in poi è stato tutto un divenire. Nei secoli successivi: dal mondo greco a quello persiano passando per Roma, il tacco è stato prevalentemente appannaggio dell’abbigliamento maschile. Parliamo di un tacco esiguo, di pochissimi centimetri, che gli uomini calzavano come segno di eleganza e per essere ricondotti alle classi abbienti.
Tacco a spillo: la nascita
Ma come si è passati dal tacco a spillo maschile a quello, come è oggi, femminile? Il processo è stato lento e si è districato, come abbiamo potuto vedere, nel corso dei secoli dei secoli. Marilyn Monroe disse: “Non so chi abbia inventato i tacchi a spillo, ma le donne gli devono molto” e non ha tutti i torti. Il ringraziamento va sicuramente al corso degli eventi e alle pieghe della storia, ma non solo. Dopo la seconda guerra mondiale molti stilisti in giro per il mondo hanno iniziato a lavorare – perseguendo il progetto del “new look” – ad una calzatura che potesse esprimere il senso della femminilità, della seduzione, e perché no dell’erotismo più di ogni altra mai creata in precedenza. Dior fu uno degli artisti maggiormente attivi per questo fine, con risultati altalenanti: i primi tacchi a spillo con base in legno risultavano molto fragili e propensi alla rottura. Un ruolo importante, ed ecco il primo ringraziamento che le signore del mondo dovrebbero e potrebbero fare (come suggeriva Marilyn Monroe) è ai calzaturieri di Vigevano. Proprio lì, in Italia, nacquero le prime scarpe con tacco per donna con la metà superiore in legno e la base d’appoggio in alluminio, molto più resistente, alto tra gli 80 ed i 100 millimetri, con un sopratacco da 8 millimetri. Il prototipo di questo primo modello è ancora esposto presso il museo della Calzatura di Vigevano. Nel decennio ‘50/’60 in città vengono prodotti fino a 21 milioni di paia di scarpe all’anno, molte della quali con tacco a spillo e quasi tutte destinate all’esportazione: Vigevano diventa la capitale mondiale della calzatura È il punto di non ritorno: da lì in poi si spianò la strada per la nascita del tacco a spillo per come lo conosciamo oggi. Per distacco, il miglior amico delle donne di tutto il mondo.
Tacco a spillo: il ritorno e l’affermazione
La leggenda del tacco a spillo vive una fase di declino negli anni 60. Ma, come spesso accade per le mode, queste ritornano con ancor più forza e capacità negli anni successivi. La consacrazione del tacco a spillo, infatti, si assiste negli anni 80 quando avviene una sorta di recupero degli antichi valori dello charm. Anche in termini di calzature. Il tacco assume la sua forma finale, molto simile a quella che conosciamo oggi, ed inizia la produzione di tacchi fino a 15 cm., decorazioni, linee slanciate, materiali avveniristici, tutto concorre a rendere sempre più il tacco a spillo un oggetto di desiderio per le donne e di feticismo per gli uomini. Tutte le più grandi imprese di calzature, o di abbigliamento femminile in generale, hanno iniziato a sposare la produzione di questa leggenda del mondo delle scarpe, dai marchi più famosi a livello mondiale a quelli meno conosciuti fino alle piccole botteghe o negozi di paese. Una storia lunga, leggendaria ed affascinante, capace di creare un filo conduttore lungo secoli.
Nell’immaginario contemporaneo
Oggi il tacco a spillo è la conditio sine quae non per ogni donna che vuole apportare bellezza e fascino al proprio stile. Ed anche chi non è solito indossarli, li ha provati almeno una volta nella vita: la sensazione di poter sovrastare, quasi volare tra la gente, è sempre piena ed appagante. Gli utilizzi che se ne fanno oggi variano anche a seconda del modello di tacco a spillo indossato: dal piccolo tacco da calzare per una cena elegante o per una giornata di lavoro in ufficio, al tacco vertiginoso da indossare per una serata in discoteca o con la dolce metà a cena. I modelli sono infiniti, gli abbinamenti possibili innumerevoli, i contesti in cui poterlo utilizzare sempre di più. Tacco a spillo: una scelta leggendaria e sempre azzeccata anche nella difficile scelta dell’abito da sposa.