Quando si parla di bonifica del sito contaminato si fa sempre riferimento a tecniche che prevedono, non solo la movimentazione, il trasporto e lo smaltimento di grandi quantità di terreno inquinato, ma anche l’esborso di cifre elevate.
Esistono tuttavia tecniche di bonifica dei terreni inquinati che utilizzano tecniche sostenibili, ovvero utilizzano piante ed alberi per risanare in modo naturale il sito inquinato.
Tra queste il fitorisanamento è quella più conosciuta.
Se hai sentito parlare di questa tipologia di intervento e sei curioso di sapere come avviene, stai leggendo l’articolo giusto: di seguito ti spiego come avviene questo processo di bonifica, quali sono i benefici derivanti dal suo utilizzo e quando in quali circostanze questa tecnica è stata già sfruttata.
Buona lettura!
Fitorisanamento: quando nasce questa tecnica e in che cosa consiste.
Il fitorisanamento, o fitobonifica, è un processo di bonifica ideato negli anni 50 ed è una tecnica completamente naturale che permette di ripristinare terreni industriali inquinati piantando “piante minatrici” che si nutrono di metalli pesanti o composto organici estraendoli dal terreno.
In questo modo è possibile rigenerare il suolo inquinato.
Le piante che possono essere utilizzate per il fitorisanamento sono diverse, ognuna con una diversa caratteristica di estrazione: per esempio la canapa è nota per la sua capacità di assorbire metalli pesanti, mentre il girasole selvatico assorbe principalmente nichel e cromo.
Oltre alle piante possono essere utilizzati anche degli alberi come il pioppo che ha un elevato potere evapotraspirativo: questa pianta è in grado di assorbire ed accumulare grandi quantità di metalli durante tutto il suo ciclo di vita.
Quali sono i benefici legati al fitorisanamento?
I benefici che possono essere ottenuti applicando la tecnica del fitorisanamento sono molteplici.
Prima di tutto stiamo parlando di una tecnica a basso impatto ambientale e che può essere sfruttata senza spendere cifre da capogiro, al contrario dei classici metodi di bonifica che prevedono di sbancare il terreno inquinato e trasportare tutta la parte contaminata in appositi siti per essere smaltita.
Utilizzando questa tecnica è possibile incrementare la fertilità del suolo.
Coltivando le piante con la fitodepurazione è possibile ottenere biomassa che può essere a sua volta sfruttata in settori diversi da quello alimentare: ad esempio dalla canapa è possibile ottenere materiali che possono essere impiegati nella bioedilizia.
Come avviene il processo di fitorisanamento.
Per utilizzare il processo di fitorisanamento è necessario studiare in modo approfondito il sito che deve essere risanato al fine di individuare la specie di pianta più adatta da utilizzare.
Devono essere considerate:
- Le caratteristiche del terreno contaminato;
- Il tipo di sostanze inquinanti presenti.
Nel corso della fitodepurazione è necessario monitorare costantemente l’andamento del risanamento.
Le sostanze inquinanti presenti nel suolo possono essere:
- metabolizzate e trasformate in altre sostanze;
- stoccate;
Il solo svantaggio di questa tecnica è rappresentato dal fatto che può essere utilizzata in modo limitato, dal momento che il processo di smaltimento non è veloce.
Quando può essere applicato il fitorisanamento?
Il fitorisanamento, come puoi intuire, è una tecnica che può essere applicata in diverse circostanze.
Nel corso di questi anni sono state condotte diverse ricerche e questa tecnica “alternativa” è stata utilizzata in occasione di calamità naturali di notevole importanza.
Facciamo alcuni esempi.
La tecnica del fitorisanamento è stata applicata in occasione del disastro nucleare di Chernobyl, a Porto Marghera in Veneto, nell’ex area industriale dove si trovava l’Italsider in Campania ed in Puglia presso Masseria del Carmine contaminata dalla diossina e dal Pcb.
Il potenziale associato alla tecnica del fitorisanamento è elevato, dal momento che può essere utilizzata per bonificare e risanare discariche e zone industriali: con questa tecnica è possibile fare del bene sia all’ecosistema che all’economia della zona in cui viene applicata.