La fotografia d’interni è la fotografia in un ambiente chiuso, ed è molto meno semplice di quanto non si possa credere. Si possono fotografare gli interni per innumerevoli ragioni, perché si vuole vendere o affittare una casa, perché si lavora per un’agenzia, perché si è fotografi per una rivista o anche solo per diletto: infatti anche la fotografia d’interni può essere molto affascinante. Per muovere i primi passi in questo mondo affascinante e complesso, però, servono dei buoni consigli circa l’attrezzatura e la composizione, la luce e molto altro. La fotografia d’interni ha una propria teoria e tecnica molto diversa da quella della ritrattistica, dei paesaggi o della natura e degli animali.
Il primo problema che un principiante in fotografia d’interni incontra è quello delle linee verticali. Il problema in questione dipende dal fatto che le linee verticali nell’ambiente chiuso tendono a diventare diagonali, mentre convergono verso un punto in alto o in basso. Il fattore si presenta quando la macchina fotografica è tenuta in alto o in basso. La soluzione ideale è quella di allontanarsi il più possibile per tenere la macchina parallela al pavimento, oppure alzarsi su un piedistallo per ridurre l’effetto. Logicamente se ci si trova in una stanza chiusa piccola il problema è più complesso da risolvere. L’alternativa più economica per sistemare la composizione è quella di correggere la distorsione posteriormente allo scatto (alcune macchine fotografiche lo fanno da sé).
Solitamente chi lavora fotografando interni scatta in grandangolo. L’obbiettivo grandangolare è una buona soluzione, in quanto cattura angoli visivi ampi, ma attenzione: serve esperienza e metodo altrimenti l’immagine potrebbe sembrare troppo grande, distorta e non piacevole a guardarsi.
Dati questi due principi, “colonne portanti” della fotografia d’interno, un accenno deve essere doverosamente fatto verso la composizione della scena. La scena deve essere composta in maniera gradevole, come si farebbe in una fotografia da paesaggio. Può essere difficile bilanciare la composizione di un luogo dove ci si trova spesso, come casa propria: servirà un po’ di senso critico. Rendete bello ed unico il luogo che fotografate, pensate a cosa c’è fuori ordine e sistematelo con cura: una tenda tirata, un tappeto storto, una sedia fuori posto o che non c’entra con l’arredamento, un particolare cromatico che stona nel complesso. Una volta “composta” la scena della fotografia non vi resta che controllare un fattore di primaria importanza: l’illuminazione del luogo dove state scattando. La luce naturale (per esempio in un soggiorno molto illuminato) è perfetta, purché sia soddisfacente. Potete anche piazzare la macchina fotografica col treppiede ed attendere le perfette condizioni di luce per lo scatto della fotografia. Potete usare la luce artificiale per mettere in risalto alcuni particolari, oppure per nasconderne altri in maniera discreta. Potrebbe anche diventare necessario utilizzare un’illuminazione supplementare se le condizioni attuali non consentono di scattare una fotografia di qualità soddisfacente. Insomma, dal punto di vista della luce bisogna sperimentare e sperimentare ancora, cercando di non accontentarsi del primo scatto bensì di provare e riprovare finché non si è totalmente soddisfatti del risultato.
a cura di Livio Fotografie, fotografo matrimonio pisa e lucca