“Antico futuro”
Da almeno un quarto di secolo la velocità con cui le cose mutano è davvero sorprendente e riguarda un campo molto ampio di realtà; probabilmente, però, alla lettura di queste righe le prime cose che salteranno in mente saranno quelle legate alla vita quotidiana, alla nostra routine, e coloro che hanno attraversato più estati saranno maggiormente consci di quante cose siano cambiate nell’arco di un tempo relativamente breve.
A questo continuo processo di sviluppo non si sottrae nemmeno il comparto economico, in tutti e tre i suoi classici settori (si tace volutamente del quarto, coincidente esso stesso con lo sviluppo tecnologico): non c’è dubbio che servizi, trasformazione e produzione debbano restare al passo coi tempi se vogliono rimanere competitivi in un mondo sempre più ‘piccolo’ e connesso.
Il nostro attuale contesto economico – in ambito italiano e non solo – risente ancora pesantemente dei blocchi e delle chiusure a cui la purtroppo ancora presente pandemia COVID-19 ha costretto da mesi a questa parte; ultimamente sembra profilarsi qualche segnale di ripresa e, come segnala giustamente un recente articolo de “Il Sole 24 Ore” (https://www.ilsole24ore.com/art/industria-40-transizione-digitale-inizia-ora-AEfmMEG), è il momento giusto – se non cruciale – per attraversare e compiere a pieno la transazione digitale, ovvero quel processo che porterebbe a passare da approcci produttivi più o meno classici a quelli completamente integrati alle nuove tecnologie e operanti in piena sinergia con esse. Ciò apporterebbe una nutrita seria di benefici, a cominciare dall’area dei tempi di produzione.
Time to lead, not to lose
Il tempo di produzione, definito anche “Lead time”, è il tempo necessario per produrre un determinato bene; conoscere tale parametro è cruciale per le aziende, così da avere dati precisi sul costo della produzione stessa e sui tempi di consegna ai clienti. Il monitoraggio può avvenire essenzialmente in due modi: a) in modalità analogico, quindi tramite carta e penna; b) in digitale, andando a registrare i dati tramite un dispositivo elettronico (PC, tablet o smarthpone). Quest’ultima opzione è sicuramente la migliore, dato che porta con sé una riduzione dei tempi e una più efficace gestione dei dati.
Monitoraggio automatico
Un ulteriore miglioramento nella registrazione dei tempi di produzione può essere ottenuto sfruttando i principi e i vantaggi dell’industria 4.0, ossia la connessione dei macchinari alla rete ed il loro monitoraggio automatico. L’azienda informatica Valeprog ha messo a punto un dispositivo che viene incontro proprio a questa esigenza e permette di svolgere numerose operazioni:
- azionamento dei macchinari con lo stesso badge che i lavoratori usano per timbrare;
- registrazione dei tempi produttivi delle varie commesse e dei differenti prodotti anche tramite lettura leggendo il relativo codice a barre;
- registrazione del tempo in cui i dispositivi sono effettivamente in funzione, e non semplicemente accesi;
- salvataggio dati in cloud che permette di:
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- visionare la reportistica da un qualsiasi pc connesso alla rete;
- far visionare l’avanzamento di produzione dei vari prodotti ai propri clienti.
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Come si può notare, questa serie di caratteristiche comporta un miglioramento esponenziale dell’intero processo produttivo e, in aggiunta, dà agli utenti finali addirittura la possibilità di monitorare in tempo reale lo status quo degli articoli richiesti.